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SWIMMING: Mac Miller e l'importanza di nuotare

“La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”

William S. Burroughs



Catarsi. È questa la parola più adatta per descrivere “SWIMMING”, l’ultimo album del rapper statunitense Malcom McCormick, in arte Mac Miller, uscito poco prima della sua tragica dipartita nel settembre del 2018.


Sfogo, espressione, liberazione. “SWIMMING” è uno di quei lavori che nascono da un profondo disagio personale e dalla coraggiosa decisione di guardarsi dentro con estrema onestà.


Nelle sue 13 tracce questo album rappresenta un viaggio sonoro e lirico verso l’auto-perdono e l’accettazione delle proprie debolezze.

In qualità produttore di sé stesso Mac Miller riesce a creare una perfetta sinergia di sonorità rap, funk e soul confezionando così delle basi espressive e mai noiose sulle quali, attraverso testi cupi e a tratti cinici, racconta la sua tumultuosa e disordinata ricerca di serenità ed equilibrio.


L’artista riversa nella musica le sue speranze tradite, i suoi fallimenti, il male subito e quello fatto agli altri, ammettendo con sincerità i propri errori e tenendo bene a mente che siamo tutti nella stessa condizione di fragilità e insicurezza, ognuno protagonista della propria personale tragedia.


È da questa consapevolezza che emerge il profondo significato di questo disco, presente in

ogni brano fin da “Come Back To Earth”, la traccia numero 1, nella quale Miller canta “and I was drowning, but now I’m swimming / through stressful water to relief”: la voglia di non affogare in un mare di inquietudini e problemi, perché quando si arriva a toccare il fondo e non si riesce più a risalire, l’unico modo per governare le proprie ansie e paure è cominciare a nuotare. Nuotare per non affogare. Muoversi. Non ristagnare nell’insicurezza.

Quello che Mac Miller ci vuole comunicare è che la maggior parte di noi vive come se la vita durasse in eterno, sprecando gran parte del proprio tempo nell’immobilità, troppo spaventati per agire. Una riflessione che faceva anche il latino Seneca, più di 1900 anni fa, nel suo “De Brevitate Vitae” ma che è e sarà sempre attuale, venga essa espressa attraverso un saggio o le barre di una canzone rap.


In questo modo un disco estremamente personale ed autobiografico, creato dall’artista per sé stesso con l’intento di fare a patti con le sue personali delusioni, dipendenze e insicurezze, si carica di un valore universale e di un messaggio che parla a qualsiasi uomo di qualsiasi epoca.


Nonostante la pesantezza delle tematiche affrontate (la dipendenza da alcol e droghe, il rehab forzato, l’amore e la depressione) “SWIMMING” tratteggia, attraverso spunti musicali particolarmente ispirati e versi semplici ma con una stratificazione di significati, non una cieca fede ma una ragionevole speranza in un futuro migliore: un’aura intensa e splendente che si fa strada tra le tenebre che talvolta abitano l’animo umano.

Originale, dinamico e coinvolgente, “SWIMMING” è un piccolo capolavoro del suo genere, che regala all’ascoltatore momenti musicali memorabili (pezzi come “Self Care”, “Ladders” e la malinconica “2009”) e spunti di riflessione inaspettati. Questo è l’album perfetto nel quale rifugiarsi nei momenti più difficoltà e apatia e dal quale possiamo imparare la bellezza dell’imperfezione e l’importanza di nuotare.


-Edoardo Prata, 5AC

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