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Into the Wild

Aggiornamento: 26 mar 2020

Ed è durante questa reclusione forzata che ho avuto il tempo di cominciare a guardare quei film che avevo in lista da ormai troppo tempo.

Tra questi vi è "Into the Wild".

Tratto dalla storia vera di Christopher McCandless, e dal libro omonimo, il film si presenta come un road movie, un viaggio per l'America di un ragazzo che è alla ricerca di qualcosa: la verità.

Una verità che si trova lontano dalle grandi città, dalle persone e dalla società. È questo quello che ci raccontano le parole scritte da Christopher che, dopo essersi laureato con ottimi voti ed essere pronto ad intraprendere una carriera, anche sostenuto economicamente dai propri genitori, decide invece di fuggire, rendendosi irreperibile, con pochi soldi e senza documenti, per vivere nella natura selvaggia.


Parte e abbandona tutto e tutti, compresa sua sorella, che è sempre stata al suo fianco, e che, come voce narrante, durante il film darà spesso un proprio commento sulla mancanza che sente del fratello, raccontandoci anche la giovinezza di quest'ultimo, e di come il rapporto incrinato con i genitori e la sua visione critica sulla società odierna siano stati i principali fattori di questa partenza.

In parallelo, si sviluppano gli avvenimenti di un Christopher che è già arrivato in Alaska, la sua meta finale, e che ha trovato rifugio in mezzo alla tundra innevata, ovvero un autobus, da lui rinominato "Magic Bus", che gli darà riparo durante le fredde giornate nella foresta.


La pellicola è divisa in cinque capitoli: "La mia nascita", "L'adolescenza", "L'età adulta", "La famiglia" e "La conquista della saggezza".

E infatti il viaggio che Christopher affronta è l'inizio di una nuova vita, sotto il nome fittizio di Alexander Supertramp, nella quale impara a muoversi e affrontare le difficoltà del tragitto, in qualche modo riuscendo a trarne grandi insegnamenti, soprattutto grazie a personaggi particolari che incontra durante il suo pellegrinaggio. Uomini e donne che in fondo sono anche loro alla ricerca di qualcosa, forse proprio la libertà e la felicità reali.

Viviamo con lui la visione di paesaggi incontaminati, di natura viva e una sensazione di pace e soddisfazione, che solo lontano dalla civiltà si possono trovare.

Le diverse tappe sono documentate dal protagonista con frasi e aforismi che elabora grazie alle proprie esperienze, e che ci fanno capire che sta raggiungendo il proprio scopo, non solo per quanto riguarda il viaggio, ma probabilmente la vita stessa.

Quella civiltà e quell'ambiente borghese, in cui era cresciuto e vissuto fino a prima, gli avevano soppresso lo spirito, senza però mai avvelenare la sua vera natura, che durante questa esperienza per l'America può finalmente liberarsi dall'oppressione ed esplorare il suo vero essere, in contatto con la magnifica semplicità e grandezza del mondo al di fuori.

Nell'ultimo capitolo, Supertramp è un uomo che ha compreso ciò che vuole e deve fare. In una scena cruciale ed esplicativa, guarda da sopra una collina l’anziano, ormai amico, che l’aveva ospitato, Ron - rimasto solo dopo la morte della moglie e del figlio - e gli consiglia di ricominciare, senza attaccarsi troppo ai rapporti umani, perché non sono la vera felicità. In questo momento Alexander è vicino ad essere una persona completa, senza rimpianti, illuminata, e riesce ad aiutare chi ha vissuto più anni di lui senza mai arrivare alla serenità.

Ron decide allora di alzarsi e, nonostante la ripida salita e l'età, lo raggiunge fin lassù per ammirare il panorama.


Ora l'ultima tappa per completare sé stesso, mettendo a frutto ciò che ha imparato durante il suo percorso è solo una: l'Alaska.

Le vicende di Christopher hanno ispirato migliaia di persone, e forse hanno lasciato qualcosa dentro a tutti quanti; può darsi che l'alienazione volontaria e le sue azioni, che alcuni potrebbero giudicare incoscienti, non siano l'unico modo di raggiungere la "Verità": la sua storia insegna che, per quanto infelici e costretti nella vita, bisogna saper riconsiderare le nostre convinzioni e ricominciare, per comprendere e infine raggiungere ciò che vogliamo veramente.

Come dice Christopher stesso: "Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila"

Per non vivere una vita incompleta.

Per vivere liberi.



-Riccardo Di Noto, 4B

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